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Deficit erettivo e eiaculazione precoce a confronto

In precedenti articoli sono già state descritte le principali caratteristiche di queste due disfunzioni sessuali maschili che sono le più comuni, in questa sede tentiamo di fare un esame comparato tra le stesse evidenziando punti in comune e differenze.

La prima considerazione che colpisce l’attenzione di un sessuologo o andrologo o specialista comunque impegnato sul campo della cura delle disfunzioni sessuali, è una apparente contraddizione nella domanda che perviene ai sessuologi che riguarda le due disfunzioni.  Infatti  mentre da un punto di vista statistico la disfunzione più diffusa tra la popolazione maschile adulta è sicuramente l’Eiaculazione precoce : l’ incidenza stimata è  compresa in un range  che va dal  25 al 40% degli uomini sessualmente attivi  in altre parole, all'incirca un uomo su tre lamenterebbe  problemi d'eiaculazione precoce;  se invece ci basiamo sul numero di richieste di aiuto terapeutico che pervengono ad un sessuologo è invece il Deficit erettivo (incapacità a raggiungere o a mantenere una adeguata erezione necessaria alla penetrazione e al compimento dell’atto sessuale) che costituisce decisamente  il motivo di richiesta di aiuto più frequentemente  rivolto ad un sessuologo. Allora viene spontaneo chiedersi quale o quali possono essere i motivi di questa “contraddizione” e, per rispondere a tali quesiti, per prima cosa  dobbiamo prendere  in considerazione  la capacità erettiva e il suo contrario cioè l’incapacità erettiva sotto il profilo antropologico , culturale e filogenetico

Sia la psicoanalisi freudiana, che l’antropologia hanno da sempre evidenziato l’importanza a livello individuale e sociale dell’erezione quale segno inequivocabile della virilità

Virilità è un termine- concetto ampio che riguarda aspetti della persona sia sotto il profilo sessuale che morale, in particolare il concetto di virilità secondo la enciclopedia “Treccani” fa riferimento a:  

  • Il Periodo dell'età dell'uomo, compreso tra la giovinezza e la vecchiaia, caratterizzato dal pieno sviluppo fisico e psichico dell'individuo e così ci si può esprimere dicendo ad esempio “Carlo si sente nel pieno della propria virilità oppure “Paolo non è più un ragazzo  ha raggiunto la virilità!
  • L'essere in possesso dei caratteri somatici propri dell'uomo maturo soprattutto in riferimento alla maturità sessuale, uniti a requisiti di forza, di robustezza, di piena efficienza fisica. In riferimento alla sessualità .si può parlare di: perdere la virilità o all’opposto:  avere una virilità esuberante)
  • Complesso di doti morali e spirituali quali forza, risolutezza, fermezza, serietà nell'azione, senso di responsabilità, ritenute proprie dell'uomo maturo: ad esempio ci si può esprimere dicendo : sopportare il dolore con virilità  oppure  affrontare una prova con virilità. 

Storicamente, alcuni attributi maschili come ad esempio la lunghezza della barba, sono stati visti come segni di virilità e leadership (ad esempio nell'antico Egitto e in Grecia).

Secondo Jean-Jacques Courtine, professore alla Sorbona, il sentimento di virilità è storicamente basato su tre valori: forza fisica, poi coraggio( eroismo guerriero, mascolinità egemonica) e infine potere sessuale. 

Nel regno animale l’importanza dell’efficienza sessuale è ancora più evidente: il maschio Alfa è quello che tra i membri del gruppo ha più forza fisica più “coraggio, capacità di imporsi ma anche “capacità sessuale” in grado di gestire soddisfare tenere sotto controllo un “harem più o meno vasto di femmine  e quindi di assicurarsi una discendenza o la continuazione della propria specie. In molte specie di animali i membri “gregari”  appartenenti allo stesso gruppo esibiscono compiacenza e atteggiamenti di sottomissione e rispetto al maschio alfa ; questi generalmente è colui che ha accesso prioritario ed a volte esclusivo all'accoppiamento con femmine fertili e recettive.

In Antropologia virilità e “fecondità” sono spesso appaiati quasi coincidenti anche se dalla medicina sappiamo invece che i due aspetti sono disgiunti in quanto la capacità erettiva  che  è un processo fisiologico umano che, a seguito dell'interazione di reazioni psicologiche, neurologiche, vascolari e ormonali, provoca l'inturgidimento e l'aumento di dimensioni del pene nell'uomo non coincide con la capacità  fecondativa che dipende invece dal numero dalla forma e dalla qualità  e dalla “salute” degli spermatozoi.

Ma passando dall’aspetto antropologico e filogenetico alla situazione prettamente umana,  vediamo ora nell’Hic et nunc cosa succede  a livello psicologico quando un uomo soprattutto se giovane e alle prime esperienze sessuali  va incontro ad una esperienza di Deficit erettivo. In via preliminare bisogna considerare che l’erezione o la capacità erettiva ha  una indubbia e formidabile rassicurazione sull’autostima del giovane maschio  che si percepisce   tale a tutti gli effetti in quanto è, più o meno consapevolmente, ingaggiato in una “competizione fallica” con gli altri maschi coetanei e quindi la percezione immediata e tangibile è quella di non percepirsi inferiore agli altri coetanei. A questo proposito ricordo solo velocemente la “sindrome da spogliatoio” che colpisce a volte i giovani maschi insicuri della propria virilità che arrivano a sviluppare il complesso di un pene piccolo quando negli spogliatoi o docce per uomini  vengono a confronto con amici-compagni di gioco apparentemente più dotati! Confronto che rafforza inevitabilmente la loro insicurezza di base..   Inoltre   e non meno importante, va considerato  il ruolo delle paure inconsce  in riferimento alla propria identità sessuale che giocano un ruolo cruciale  per l’individuo  nell’adolescenza e nella tarda adolescenza quando questa non ha ancora in parte o del tutto basi solide e sicure. In tale contesto immancabilmente l’episodio di D.E soprattutto se ripetuto  rischia di riattivare tali paure o di generare smarrimento o dubbi su di sé . Non è raro infatti che un deficit erettivo o la mancanza di una risposta erettiva sia vissuta o interpretata erroneamente come una mancanza di attrazione verso il mondo femminile anche quando la causa della mancata erezione non ha nulla a che vedere con il proprio orientamento sessuale innescando al contrario magari anche   un meccanismo di autocolpevolizzazione .  Un altro aspetto da considerare è quello dell’impatto emotivo che l’episodio di Deficit erettivo produce sull’altro versante cioè sulla partner occasionale o fissa (in questo caso mi riferisco implicitamente alle relazioni eterosessuali).  Nella maggioranza dei casi vengono attivati sentimenti -emozioni negative  causati da una lettura errata  “fai da te” non guidata da persona competente soprattutto se questo si verifica nei primi incontri sessuali e se non c’è alla base un solido legame sentimentale .In questi casi il vissuto più frequente più o meno esplicitato o anche solo pensato  è del tipo: “Probabilmente non gli piaccio abbastanza “ non mi trova attraente   oppure   del tipo :  ; non riesce a “concentrarsi su di me perché …ha la testa altrove! probabilmente avrà in testa un’altra donna o  ragazza!

Passiamo ora a considerare e a vivisezionare le emozioni connesse all’altra disfunzione sessuale: “L’ eiaculazione Precoce”

Senza riprendere tutte le considerazioni e sfaccettature di questa disfunzione sessuale già analizzate in precedenti articoli, si ricorda che Si può parlare   di Eiaculazione precoce quando l'uomo, durante un rapporto sessuale, raggiunge eiaculazione dopo una breve eccitazione sessuale, poiché non riesce a dominare il proprio riflesso eiaculatorio. Si ricorda altresì che  nella comunità scientifica il parametro che discrimina una vera Eiaculazione precoce da una falsa EP  (percezione indotta dall’esigenza soggettiva di avere una durata maggiore del rapporto per soddisfare meglio la partner) è lo IELT acronimo che indica il  tempo che intercorre tra la penetrazione e l'orgasmo ( Intravaginal Eiaculatory Latency Time); si può parlare di E. P quando lo IELT è inferiore ai 2 minuti in questo caso l’EP è lieve, per la SIAMS (Società Italiana di Andrologia e medicina della Sessualità )lo IELT di una “vera” EP  è abbassato a 1 minuto. Questa disfunzione può avere diversi gradi di severità, la più grave è la così detta “Eiaculazione Ante Portam “per indicare l’Eiaculazione molto precoce che si verifica già ancor prima della penetrazione ; senza dubbio la più mortificante per la persona che ne è affetta  perché non rende possibile nemmeno  la stessa penetrazione venendosi assomigliare i in questo caso al Deficit erettivo.  Ricordiamo infine che   L'eiaculazione precoce è dovuta ad un complesso intreccio di fattori emotivi (stress, ansia, precedenti abitudini sessuali,  stanchezza ecc.) e fisico-organici (alcolismo, frenulo corto, prostatite, uretrite, vescicolite, disfunzione erettile ecc.). che non approfondiamo perché già esaminati in un precedente articolo pubblicato su questo stesso sito. Ricordiamo però che In alcune forme prevalgono le cause psicogene in altre le cause fisiche-organiche , e ci concentriamo ora sugli impatti psicologici sull’individuo che ne è affetto e sulla coppia. Prendiamo in considerazione un aspetto troppo spesso trascurato nell’analizzare le cause della E.P e cioè le precedenti abitudini sessuali della persona che ne è affetta. Raccogliendo l’anamnesi sessuale e in questa prospettiva la Kaplan ci ha fornito una traccia molto  utile,  si riscontra praticamente quasi sempre  che la vita sessuale del soggetto è iniziata  con l’autoerotismo in età adolescenziale e a volte anche in età  preadolescenziale .Come è già stato fatto notare  nel precedente articolo segnalato la pratica avviene  prevalentemente in casa nella propria cameretta condivisa o meno con un fratello e a volte anche con una sorella o in bagno. In tale contesto per ovvie considerazioni il giovane adolescente o preadolescente pratica l’autoerotismo  con la preoccupazione di non far capire ai genitori e familiari cosa sta facendo e quindi è portato inevitabilmente ad agire in fretta e. sotto l’ansia di essere scoperto o quantomeno  che si capisca ciò che  invece si vorrebbe tenere segreto. Un’altra componente spesso trascurata dagli addetti ai lavori soprattutto di provenienza medica è che il ragazzo impara sì a conoscere le reazioni del proprio corpo in risposta alle sollecitazioni sessuali fisiche sensoriali o immaginative proprie, ma la propria reazione è appresa in un contesto sganciato innanzitutto dalla  presenza  fisica della partner  e soprattutto  dalla conoscenza  del  suo corpo  e  dalle reazioni fisiche e comportamentali  della stessa. In altre parole la reattività del proprio corpo è appresa in un contesto in cui l’’altro corpo(femminile) con tutte le sue potenzialità eccitative è assente e non da ultimo è assente la preoccupazione di avere una prestazione tale da poter soddisfare anche  la partner ; quando sopraggiunge l’eiaculazione in linea di massima lo scopo dell’autoerotismo è stato raggiunto perché si è raggiunta  comunque la propria soddisfazione pulsionale.

Quindi a differenza del Deficit erettivo viene confermata la dimostrazione a sé stessi di essere “virile” nel senso di essere in grado di avere adeguate erezioni e .”eiaculazioni”

Cosa succede sull’altro versante cioè su quello della partner? Qui dobbiamo distinguere gli effetti nell’immediato rispetto a quelli a breve e a lunga scadenza. Nell’immediato il vissuto è ambivalente ma con un impatto negativo inferiore al D. E .Il vissuto infatti può essere percepito così:” gli piaccio ha avuto una erezione , forse lo eccito troppo e non sa contenere la propria eccitazione” ma gli piaccio (quasi un compiacimento) ma anche con  frustrazione perché l’amplesso appena iniziato è già finito e..sono rimasta ..a bocca asciutta. Protratta nel tempo la situazione è destinata a diventare frustrante su entrambi i fronti: sul fronte femminile può essere vissuta come “un atteggiamento  egoistico  “ del partner : “ pensa solo a sé stesso al proprio piacere e non si cura del mio”

Sul fronte maschile la frustrazione soprattutto nella fase iniziale dell’innamoramento può essere cocente: si desidera la felicità della partner, si desidera darle la possibilità di avere piacere sessuale e invece.. c’è un fallimento nel raggiungere questo obiettivo e alla lunga anche la rappresentazione di sé di uomo “virile” finisce per esserne intaccata. Volevo concludere l’articolo con una curiosità che però ci riporta all’importanza dell’aspetto relazionale perché la sessualità va comunque vista in tale  ottica. Quando si fa la diagnosi di EP si cerca di capire se si tratta di una disfunzione generalizzata o situazionale nel primo caso la E.P  capita sempre a prescindere dalla partner con cui si ha un rapporto sessuale nel secondo caso può manifestarsi con certe partners in certe situazioni e non in altre .Ciò premesso ricordo brevemente un caso emblematico di una coppia sulla cinquantina d’anni con due figli in cui la moglie più giovane di cinque anni,  che ormai si avvicinava alla menopausa, non sopportava più di aver avuto una vita sessuale monca sacrificata dalla disfunzione sessuale del marito che però in un colloquio individuale “confessava” di aver avuto nel corso del matrimonio due relazioni extraconiugali , donne con cui non avrebbe sofferto di EP nei rapporti sessuali soprattutto con l’ultima amante con cui al contrario aveva rapporti soddisfacenti per entrambi i partners!!

Da un punto di vista eziologico entrambe le disfunzioni possono avere cause biologiche o psicogene o miste, nel Deficit erettivo la causa psicologica dominante è l’ansia generalizzata e soprattutto l’ansia d prestazione vissuta soggettivamente dall’individuo, a volte ma non sempre, potenziata anche da  atteggiamenti “non indulgenti”    della partner ;  e qualche volta persino da critiche o manifestazioni esplicite di delusione. La persona inconsciamente si mette in uno stato di “apparente pericolo” e inconsciamente mette in atto un meccanismo psicosomatico (vedi articolo si D.E) che prepara la persona alla fuga e che comporta tramite l’intervento di alcuni neurotrasmettitori in primis adrenalina e noradrenalina un redistribuzione del flusso sanguigno a scapito delle arterie peniene che non irrorando i corpi cavernosi e corpo spugnoso del pene, producono il non voluto stato di flaccidità del pene stesso. Nell’eiaculazione precoce pur essendo presente uno stato d’ansia prevale però il mancato o inadeguato controllo sul riflesso eiaculatorio in quanto a mio avviso appreso   con un “addestramento deficitario” nella pratica dell’autoerotismo che avviene in genere con persone virtuali (porno video ecc. o immaginarie o a volta anche reali ma…a loro insaputa)   Coloro che lamentano E.P ,  in genere sono  persone giovani alle prime esperienze o meno giovani ma timide qualche volta alla loro prima esperienza sessuale con ragazze-donne in “carne ed ossa” che producono in loro uno stato eccitatorio che non sono abituati a gestire . A livello terapeutico se ci basiamo ad esempio sui protocolli della H. Kaplan per Il D: E questi in realtà sono improntati  a livello iniziale nel divieto di rapporti sessuali sostituiti da esercizi sensoriali e sessuali parziali ma non penetrativi  prescrizione apparentemente paradossale che però è finalizzata a sgonfiare l’ansia abbassando il livello di aspettative del maschio ma anche della partner. Nella Eiaculazione precoce il protocollo Kaplan partendo dal presupposto che il riflesso eiaculatorio a differenza del riflesso erettivo è posto sotto il controllo del Sistema nervoso centrale, è improntato ad una rieducazione nel senso di far apprendere gradualmente con vari esercizi sessuali i segni premonitori che precedono l’eiaculazione e affinane la loro percezione .

Riguardo i vissuti in sintesi la persona affetta da D.E  è spaventata anche da un solo episodio di deficit erettivo per le ragioni sopra esposte e non aspetta il verificarsi di altri episodi per ricorrere all’aiuto  dello specialista in primis dell’andrologo e contemporaneamente o  subito dopo del  sessuologo  per contenere/prevenire il disorientamento e il flusso  di emozioni negative  che subentra nella coppia. Nella E.P invece in genere c’è meno urgenza a meno che non si tratti di una forma severa come l’E.P” ante portam “che per altro impedisce anche la penetrazione; ovviamente se trascurata la disfunzione finisce ugualmente ad avere un impatto negativo sulla propria stima e sulla relazione affettiva. Bisogna notare che nelle coppie giovani l’attenzione ai partner è molto più alta e risente del cambiamento culturale che c’è stato negli ultimi 40 anni nel rapporto tra i sessi. Da ultimo va ricordato che le due disfunzioni a volte sono più collegate di quanto non appaia a prima vista ; spesso si presentano insieme e in questo caso i sessuologi concordano che la precedenza della cura va data al deficit erettivo per le ragioni sopra esposte inoltre a volte l’eiaculazione Precoce è condizionata inconsciamente dalla paura di perdere l’erezione . Il ragionamento inconscio che sta alla base  più o meno  si articola così : dato che temo di non riuscire a mantenere per troppo tempo l’erezione …bisogna che mi sbrighi  e spesso  ciò avviene anche accorciando o saltando la fase dei preliminari che generalmente  ma non sempre sono una parte importante del rapporto sessuale.


Dr. Fernando Cesarano
Psicologo Psicoterapeuta e Sessuologo Clinico a Gallarate

Dott. Fernando Cesarano

Psicologo, Psicoterapeuta e Sessuologo Clinico a Gallarate
Iscrizione Albo n. 434 gennaio 1990
P.I.
drcesaranof@gmail.com

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